GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA 2021  

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L’emergenza climatica sta diventando sempre più grave ed è per questo che, ogni anno, l’Earth Day (Giornata Mondiale della Terra) acquista un significato sempre più importante. Istituita negli Stati Uniti nel 1970, questa manifestazione annuale raduna milioni di persone in tutto il mondo a sostegno dell’ambiente, mettendo in luce le azioni urgenti da attuare per salvare il nostro pianeta.

Celebrata da milioni di persone in tutto il mondo, la Giornata Mondiale della Terra è un evento che ha lo scopo di gettar luce sulle questioni ecologiche più urgenti, dalla crisi climatica all’inquinamento atmosferico e la deforestazione. Per l’Earth Day di quest’anno, il Presidente Joe Biden ha invitato 40 leader mondiali a partecipare ad un summit virtuale il 22-23 aprile per enfatizzare la necessità di azioni più forti in favore del clima. A causa della pandemia il summit avverrà in diretta streaming.

Il tema di quest’anno è, giustamente, “Restore Our Earth” ed è incentrato non solo sul bisogno di ridurre il nostro impatto ambientale, mentre ci rimettiamo in carreggiata in seguito agli effetti del Covid-19, ma anche su cosa possiamo fare per rimediare ai danni che abbiamo causato.

Il cambiamento inizia con l’azione. Meglio ancora, un’azione che influisce sul mondo che ti circonda. Un miliardo di atti ecologisti si stanno verificando in tutto il pianeta. Dagli studenti delle classi agli organizzatori delle loro comunità ai funzionari del governo, ci sono modi per chiunque, di qualsiasi estrazione sociale, di fare la differenza. Inizia in piccolo e diventa grande, oppure inizia in grande e rimani in grande. In ogni caso, continua ad agire e unisciti al movimento per cambiare il mondo.

Cosa possiamo fare? Ecco qualche suggerimento:

  • Sii un moltiplicatore di educazione ambientale nella tua città, nella tua famiglia;
  • Scegli vestiti e altri oggetti personali realizzati con materiali ecocompatibili invece di microfibre e altre fibre sintetiche, che inquinano la nostra acqua.
  • Evita lo spreco di acqua. Raccogli l’acqua corrente che non utilizzi quando fai la doccia in un recipiente e riutilizzala per altre attività, come per esempio per innaffiare le tue piante.
  • Se sei a casa, puoi comunque intraprendere una semplice azione di difesa: fai un cartello per la Giornata della Terra da mettere alla tua finestra! Vuoi un po’ di ispirazione? Ecco alcune idee: “Il clima sta cambiando; perché noi no?”, “Niente natura, niente futuro”, “Lo spreco di cibo non è di buon gusto”, “Less Plastic is fantastic!”
  • Partecipa alle azioni promosse da Legambiente Prato. Per maggiori informazioni continua a seguire il nostro sito.

Convocazione assemblea Soci_Legambiente Prato Settembre 2021

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Prato, 11/09/2021

Il giorno Martedì 21 Settembre 2021 alle ore 8.30  in prima convocazione, e in seconda convocazione per il giorno 

 

Martedì 21 settembre ore 16.30 

 

viene convocata l’ASSEMBLEA ORDINARIA dei soci di LEGAMBIENTE PRATO in presenza con il seguente ordine del giorno:

  1. Dimissioni Vicepresidente 
  2. Votazione per nuovo/a Vicepresidente e per ingresso nuovi consiglieri del consiglio direttivo
  3. Varie ed eventuali

Si ricorda che i membri del direttivo partecipano all’assemblea, ma voto ed approvazione dell’ingresso dei nuovi soci in direttivo e del nuovo Vicepresidente  è  a carico dei soci dell’assemblea non appartenenti al direttivo

Si prega di confermare la propria presenza rispondendo  alla email ricevuta in cui si comunicherà anche il luogo esatto di riunione

Tra i gioielli della Famiglia Medici.

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Sabato 19 Settembre 2020

Dalla chiesa di San Francesco a Bonistallo, fino alla fattoria Medicea di Tavola in compagnia di Artemia Prato. Una delle numerose escursioni programmate sul nostro territorio per scoprire e valorizzare le bellezze naturali e artistiche del nostro territorio.

Di fronte alla chiesa di San Francesco si trova un edificio più antico: la chiesa di Santa Maria, realizzata durante il medioevo (13° secolo), risalente all’epoca Longobarda e successivamente ampliata (nel 1500).

In seguito al trasferimento, nel 1902, della parrocchia di Bonistallo a Poggio a Caiano, la chiesa Santa Maria viene sconsacrata e ceduta a privati (che hanno apportato modifiche alla struttura, come ad esempio la terrazza sopra al portico). A causa di questo avvenimento a Bonistallo viene realizzata una cappella per conservare le stigmate di San Francesco.

Nel 1922 la parrocchia di Poggio si trasferisce nuovamente a Bonistallo, ma non potendo più essere accolta nella chiesa di Santa Maria, la cappella di San Francesco diventa la nuova sede della chiesa di Bonistallo.

In foto le due chiese:

Chiesa di San Francesco  a Bonistallo

Chiesa di San Francesco a Bonistallo

Chiesa di Santa Maria, Bonistallo

Chiesa di Santa Maria, Bonistallo

 

 

 

 

 

 

 

 

Da qui inizia la nostra passeggiata che ci porta alla prima tappa: Il Bargo Mediceo di Bonistallo, riserva di caccia recintata per 12 km da un muro alto 2 metri (motivo per cui il vero nome della riserva è Barco).

Ecco qualche curiosità:

-all’esterno si trovano delle piante aliene che sono molto invasive perché crescono molto rapidamente: Ailanto dalla Cina, Acacia dall’America.

-all’interno si trovano i resti di un edificio che ospitava una scuola per formare agronomi, che nella prima guerra mondiale veniva utilizzata dai tedeschi come riparo e nella seconda guerra mondiale venne colpita da una bomba

-all’interno si trova inoltre “la casa delle fate”: una casina nella parte più alta del Barco dove si pensava abitassero delle fate. Durante il medioevo il bosco era considerato un luogo molto pericoloso, cupo e pieno di spiriti maligni, quindi l’unico motivo che spingeva le persone ad avventurarsi al suo interno era la possibilità di incontrare le fate della casina.

-il Barco non è mai stato un luogo fertile e i Medici non hanno potuto coltivare al suo interno perché lungo il sentiero si può trovare della sabbia..proveniente dalla roccia arenaria.

Entrata del Bargo Mediceo

Entrata del Bargo Mediceo

Chiara che ci spiega i funghi decompositori

Chiara che ci spiega i funghi decompositori

Il sentiero all'interno del Bargo

Il sentiero all’interno del Bargo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Seconda tappa: Ponte Manetti, che prende il nome dall’architetto che lo ha progettato. Questo ponte ha sempre avuto un ruolo molto importante perché lega Poggio a Caiano alle Cascine di Tavola e perché fu uno dei primi ponti sospesi in Italia. Dopo la caduta a causa di un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, il ponte è stato ricostruito ed inaugurato il 21 settembre 2019.

Ponte Manetti

Ponte Manetti

Rinominato nel 2019 Ponte Leopoldo II, dal Granduca di Toscana

Rinominato nel 2019 Ponte Leopoldo II, dal Granduca di Toscana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qui i volontari del WWF hanno ricreato una zona umida attraverso dei laghetti che si riempiono solo quando piove per far tornare gli uccelli. Questa zona infatti viene anche utilizzata per il Birdwatching. Il museo Pecci l’ha resa protagonista di un’istallazione artistica realizzando dei disegni che si vedono solo quando i laghetti sono pieni.

L’ultima tappa della nostra passeggiata è la Fattoria Medicea, voluta da Lorenzo il Magnifico affinché la villa fosse indipendente. La fattoria infatti era il centro produttivo per la sussistenza della vicina Villa Ambra di Poggio a Caiano ed ospitava:

-la prima sperimentazione di risaia in Toscana

-allevamenti di bestiame e terreni agricoli

-un vivaio, vasca dove si allevavano pesci e crostacei

-ragnaie, ambienti con piante basse sopra le quali venivano stese delle reti per catturare tutti gli uccellini che restavano incastrati

-le pavoniere, dove venivano allenati e si facevano correre i daini

-viali da percorrere in carrozza

-fossato con canali un tempo navigabili (le Gore di Prato portavano l’acqua dal Bisenzio all’Ombrone)

Eccoti all'ultimo tratto del nostro sentiero

Eccoci all’ultimo tratto del nostro sentiero

In lontananza la Fattoria Medicea, zona protetta e privata

In lontananza la Fattoria Medicea, zona protetta e privata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Position paper su elettromagnetismo e 5G

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Lo sviluppo delle telecomunicazioni sta creando grande interesse in tutti i settori per la possibilità di nuove applicazioni, ma sta anche aumentando la preoccupazione per gli effetti non ancora del tutto noti sulla salute, al punto che a livello sia nazionale sia internazionale c’è una mobilitazione crescente contro l’introduzione del 5G.

Gli scenari che si apriranno con lo sviluppo del 5G modificheranno probabilmente il livello di esposizione complessivo della popolazione a seguito di importanti cambiamenti nell’architettura della rete.

È importante, quindi, adottare un approccio fortemente cautelativo, in linea con quanto messo in evidenza dalla ricerca scientifica. Date le forti preoccupazioni della popolazione, le istituzioni competenti devono implementare azioni di minimizzazione dell’esposizione e di informazione e sensibilizzazione attraverso un’adeguata comunicazione del rischio.

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Ecco le proposte di Legambiente

Approfondimenti:

Vi consigliamo inoltre di seguire questa diretta Facebook del 21 settembre:

40 anni di Legambiente

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FESTEGGIAMO 40 ANNI DI LEGAMBIENTE

In questi 40 anni abbiamo scritto pagine importanti della storia del nostro Paese, insieme a  una comunità straordinaria di decine di migliaia di volontari in tutta Italia.
E non è finita qui.

Festeggeremo in modo diverso da come avevamo immaginato, ma sempre insieme.
Perché l’Italia ha ancora bisogno di tutti noi.

Tanti auguri Legambiente.

Da 40 anni lottiamo per realizzare la nostra idea di rievoluzione: fermare la crisi climatica e le ecomafie, liberare il mare dai rifiuti e diffondere stili di vita sostenibili, proteggendo il territorio e chi lo vive. Perché le rivoluzioni cambiano il mondo, ma le evoluzioni lo rendono migliore.

Saremo in tanti. Saremo inarrestabili. 

Siamo un grande movimento apartitico fatto di persone che, attraverso il volontariato e la partecipazione diretta, si fanno promotori del cambiamento per un futuro migliore. Questo compleanno è il compleanno di tutti noi, per questo ti chiediamo di essere parte attiva di questo racconto pubblicando dai tuoi profili social foto storiche e racconti delle battaglie portate avanti, ma anche le vostre vecchie tessere, le magliette delle nostre storiche campagne, gli striscioni e tutti i vostri cimeli associativi, accompagnandoli con l’hashtag #Legambiente40.
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 In occasione dei 40 anni di Legambiente, puoi sostenere la   campagna Tartalove ordinando il volume “La nostra Italia. I 40 anni di   Legambiente”.   Un racconto di quattro decenni di attività attraverso i contributi di 80 autori e 28   interviste ad altrettanti compagni di viaggio.
 Puoi ricevere l’e-book al tuo indirizzo mail, oppure il volume in formato cartaceo a casa.

COVID19 e qualità dell’aria

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Le misure attuate da molti paesi europei per fermare la diffusione di CoViD-19 hanno portato a forti riduzioni del trasporto su strada in molte città e delle attività produttive. Per valutare in che modo ciò ha influito sulle concentrazioni di inquinamento atmosferico, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha sviluppato un visualizzatore che traccia le concentrazioni medie settimanali di biossido di azoto (NO2) e particolato (PM10 e PM2.5).

I dati mostrano come le concentrazioni di biossido di azoto (NO2), un inquinante emesso principalmente dal trasporto su strada, sono diminuite in molte città europee dove sono state implementate misure di blocco.

Sebbene ci si potesse aspettare una diminuzione delle concentrazioni di polveri sottili (PM2,5), non è ancora possibile osservare una riduzione consistente nelle città europee. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che le principali fonti di questo inquinante sono più varie, tra cui a livello europeo il riscaldamento di edifici residenziali, commerciali e istituzionali, attività industriali e traffico stradale. Una frazione significativa di particolato si forma anche nell’atmosfera dalle reazioni di altri inquinanti atmosferici, compresa l’ammoniaca, un inquinante tipicamente emesso dall’applicazione di fertilizzanti agricoli in questo periodo dell’anno.

Nelle seguenti tabelle possiamo osservare le conseguenze delle misure di blocco in alcune città della Toscana. I dati mostrano la concentrazione di NO2 (sulla sinistra) e di PM10 (sulla destra) tra i mesi di gennaio ed aprile, mettendo a confronto 2019 e 2020.

Fonte: www.snpambiente.it

Fonte: www.snpambiente.it

Fonte: www.snpambiente.it

Fonte: www.snpambiente.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito invece una tabella specifica sui dati di Prato e Pistoia.

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Fonte: www.arpat.toscana.it

 

Ma è possibile associare l’inquinamento atmosferico e il COVID-19?

Per dare delle risposte alle numerose ipotesi emerse su questo possibile legame, tema dibattuto a livello mondiale, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) con il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) hanno avviato uno studio epidemiologico a livello nazionale per valutare se e in che misura i livelli di inquinamento atmosferico siano associati agli effetti sanitari dell’epidemia.

L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di infezioni delle basse vie respiratorie, particolarmente in soggetti vulnerabili, quali anziani e persone con patologie pregresse, condizioni che caratterizzano anche l’epidemia di COVID-19. Le ipotesi più accreditate indicano che un incremento nei livelli di PM rende il sistema respiratorio più suscettibile all’infezione e alle complicazioni della malattia da coronavirus. Su questi temi occorre uno sforzo di ricerca congiunto inter-istituzionale.

Lo studio delle possibili connessioni tra l’epidemia di COVID-19 e l’esposizione a inquinanti atmosferici, richiede approcci metodologici basati sull’integrazione di diverse discipline: l’epidemiologia ambientale e l’epidemiologia delle malattie trasmissibili, la tossicologia, la virologia, l’immunologia, al fianco di competenze chimico-fisiche, metereologiche e relative al monitoraggio ambientale.

Nel realizzare lo studio, si terrà quindi conto del fatto che la diffusione di nuovi casi segue le modalità del contagio virale e quindi si muove principalmente per focolai (cluster) all’interno della popolazione e si seguiranno approcci e metodi epidemiologici per lo studio degli effetti dell’inquinamento atmosferico in riferimento alle esposizioni sia acute (a breve termine) che croniche (a lungo termine), con la possibilità di controllo dei fattori socio-demografici e socio-economici associati al contagio, all’esposizione a inquinamento atmosferico, all’insorgenza di sintomi e gravità degli effetti riscontrati tra i casi di COVID-19.

Azienda Agricola e Agriturismo Podere Montisi Travalle

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Podere Montisi è un’azienda agricola, a conduzione familiare, ecologicamente sostenibile, situata nel cuore del paese di Calenzano , protetto dal 1200 dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria a Travalle. Questa azienda produce olio, vino e cereali.  Nel 2008 sono iniziati il ​​restauro degli edifici e il recupero delle terre abbandonate da oltre 30 anni, che comprende 6 ettari di semi e ulivi e 6 ettari di foresta. Di recente è stata introdotta un’autentica coltivazione di cereali, frutta, piante aromatiche (rosmarino e salvia), mele cotogne, legumi e altri frutti con coltivazione biodinamica.

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Prodotti vegetali

Cereali e loro derivati: L’azienda produce e commercializza Farro Monococco e grani antichi teneri e duri (Verna, Andriolo, Gentil Rosso, Gentil Bianco, Sieve, Senatore Cappelli, Abbondanza, Autonomia). Il mulino aziendale fornisce le farine integrali, sia di farro che di grani. C’è anche la varietà antica di grano proveniente dalla Siria , il grano tenero Solibam .

Officinali ed aromatiche: L’azienda produce e commercializza erbe officinali ed aromatiche toscane: salvia, rosmarino, alloro, ginepro, nepitella, lavanda, finocchio selvatico. E’ stata avviata anche la coltivazione di numerose specie di peperoncino (in collaborazione con ricercatori dell’Università degli Studi di Firenze).

Frutta: Nel 2015 è stato avviato un frutteto di mele cotogne di varietà antiche (Gobek, Lemon e Mollesca), oltre a ciliegio, pesco, albicocco, sorbo, nespolo, gelso da more (nero).

Olio: L’oliveta consiste oggi in circa 500 piante, frazionate in quattro dei cultivar tipici dell’area di Calenzano: frantoio, leccino, moraiolo, pendolino. In fase di raccolta, le drupe vengono brucate a mano e conferite al frantoio biologico entro 4 ore dalla raccolta . L’olio, estratto unicamente con procedimenti meccanici ed a temperatura decisamente inferiore ai 27° C previsti dal disciplinare dell’olio extravergine d’oliva (anche a 14°C), presenta caratteristiche di eccellenza, con mantenimento di polifenoli e vitamine in elevata percentuale.

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Orto: Legumi, insalate, pomodori per la mensa aziendale ed agrituristica.

Allevamenti: Dal 2012 è stato ripopolato l’alveare della vallata con famiglie di api. Un pollaio fornisce uova per l’autoconsumo e per gli ospiti. Sono presenti le varietà mugellana, livornese ed anatre.

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Oltre ad avere un azienda agricola, il Podere Montisi comprende pure un agriturismo , per ospitare turisti da tutto il mondo e il punto vendita nel quale vendono i propri prodotti biologici. Per maggiori informazioni visitate il loro sito Podere Montisi.

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Molino Bardazzi

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IL MOLINO BARDAZZI

Molino 1919 - 2013

La storia del Molino Bardazzi inizia nel 1919 quando Quintilio Bardazzi riesce ad acquistare il molino ad acqua situato a Vaiano , sull’ argine del fiume Bisenzio. Nel 1938 è suo figlio Ciro Bardazzi ad avviare un importante progetto di ammodernamento che porterà all’ inaugurazione nel 1940 del primo molino moderno a torre della Valbisenzio. Da allora la passione per l’ antica arte di trasformare i migliori grani in pregiate farine si è tramandata di padre in figlio e attualmente alla guida della storica azienda ci sono Marco Bardazzi , classe 1975 , affiancato dal padre Gaetano.

Molino 1919 - 2013

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Per ottenere farine di alta qualità, naturalmente buone, il molino Bardazzi seleziona accuratamente la materia prima, mantenendone durante la lavorazione le caratteristiche originarie. La miscelazione di diverse varietà di grano consente di ottenere il perfetto equilibrio nel prodotto finito. L’azienda agricola Bardazzi è l’unica ed ultima, nella Valbisenzio, ad utilizzare ancora il mulino a pietra, il cui uso mantiene le qualità benefiche date dalla presenza di fibre.

.La loro produzione si suddivide in due categorie: una proveniente dalla lavorazione dei grani dell’Emilia Romagna, per la linea di farine “0”, “00”, e “integrale macinata a pietra”; ed una col grano esclusivo GranPrato, prodotto secondo i disciplinari del progetto di filiera corta cerealicola pratese. La linea GranPrato rappresenta l’ esigenza moderna di avere prodotti locali , di alta qualità , sani, perché fatti seguendo regole di buona condotta in tutte le fasi di produzione  controllabili dal consumatore e che siano sostenibili e rispettosi dell’ ambiente che ci circonda. Una farina adatta a tutti gli usi , cucina, pane, pizza e dolci in particolare con Lievito Madre è prodotta nella variante “0” macinata a laminato e “Integrale” macinata a pietra naturale.

granpratoGranPrato è un progetto nato nel 2011 per sostenere una delle colonne portanti della tradizione culinaria della provincia di Prato che nel pane affonda la propria storia e nel pane trova la propria eccellenza. Il progetto, gestito dall’ Associazione GranPrato, impegna gli associati ad un “patto di filiera” disponendo il rispetto di una catena di produzione – dalla coltivazione, alla produzione della farina e alla panificazione – che impone la riduzione degli apporti chimici, l’orientamento al biologico e la conservazione delle caratteristiche del grano originario, promuovendo l’ impiego di lieviti madre e lievitazione naturale.  Promotori e protagonisti dell’ Associazione sono Agricoltori, Mugnai e Fornai che hanno deciso di mettere la propria esperienza, il proprio lavoro e la propria passione al servizio di un progetto ambizioso: valorizzare l’ economia locale e le sue eccellenze. Il tutto nel rispetto dell’ ambiente – riducendo l’ impatto ambientale grazie alla filiera corta, tutelando e promuovendo la biodiversità animale e vegetale e garantendo elevati standard igienici e di salubrità – e nel rispetto del lavoro.

Il molino Bardazzi offre la possibilità di visitare l’ intera struttura, su appuntamento, alle scuole e ai privati che ne facciano richiesta a titolo  gratuito, per maggiori informazioni, contattare direttamente l’azienda.

Pendolaria 2019

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PENDOLARIA, LA LIBERTÀ DI MUOVERSI IN TRENO:

Cresce la mobilità su ferro: 5,7 milioni di pendolari ogni giorno su metro e treni regionali. Boom dell’alta velocità.  Ma è emergenza Sud: circolano meno treni che nel 2010. Ecco il rapporto annuale di Legambiente sul trasporto ferroviario in Italia.

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Cresce la mobilità su ferro: agli italiani il treno piace e dove si investe il successo è garantito, da Nord a Sud, dall’alta velocità alle linee metropolitane.  Per i pendolari c’è una buona notizia, sono in arrivo nuovi treni, ma al Meridione e per chi sta fuori dalla rete veloce i problemi rimangono rilevanti.

Ad aumentare sono, infatti, anche le differenze tra le Regioni e le diversi parti del Paese e la carenza di dotazione di trasporto su ferro delle aree urbane rimane rilevantissima rispetto all’Europa e una delle cause dello smog che attanaglia le città italiane.

Nelle aree urbane troviamo i dati più rilevanti di concentrazione dell’inquinamento atmosferico in Italia e il traffico automobilistico è tra i principali responsabili.  La Commissione europea ha messo in atto molte procedure di infrazione contro gli Stati membri tra cui l’Italia per il mancato rispetto dei limiti comunitari in tema di qualità dell’aria. La ragione di questa situazione è nella inadeguata dotazione di trasporto su ferro. E qui il ritardo infrastrutturale italiano rispetto a tutti gli altri Paesi europei, ed è qui che bisognerebbe concentrare gli investimenti, come purtroppo non avviene. Se si mette a confronto la dotazione di linee di metropolitane di Madrid con quella delle 7 città in cui sono presenti linee di metro la differenza è che nella capitale spagnola sono presenti 291,3 km di linee e nelle città italiane 247,2. Ma a Madrid vivono 6,5 milioni di persone mentre in quelle città italiane quasi 15 milioni.

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I numeri sono in aumento sia per i treni a lunga percorrenza, in particolare con il clamoroso successo dell’alta velocità, sia per i treni regionali e le linee metropolitane laddove presenti. Cinque milioni e 699mila persone prendono ogni giorno in Italia treni regionali e linee metropolitane. Nel 2018, rispetto all’anno precedente, circa 45mila persone in più hanno preso i treni regionali (+1,6%) e anche coloro che utilizzano le linee metropolitane sono aumentati, con quasi 65mila viaggiatori giornalieri in più (+2,4%). Nel 2014 il numero di viaggiatori era complessivamente di 5,1 milioni, per cui si deve segnalare una crescita dell’11,7% in cinque anni.

Nel dettaglio, i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale sono 2milioni e 919mila, di cui 1,413 milioni utilizzano i convogli di Trenitalia e 1,506 milioni quelli degli altri 20 concessionari. L’aumento di passeggeri sui treni regionali dal 2010 a oggi è stato dell’8,2%.

Due milioni e 78mila persone al giorno prendono, invece, le metropolitane presenti in 7 città italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania), con un aumento complessivo di quasi 65mila passeggeri tra il 2018 e il 2017, dovuto in particolare alle linee di metro di Milano, Catania e Brescia dove si registra una crescita costante e consistente.

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A raccontare quanto succede sulle ferrovie italiane è il rapporto Pendolaria, dal 2008 analizza ogni anno la situazione del trasporto ferroviario in Italia, con numeri e storie e il duplice obiettivo di illustrare i risultati di politiche e investimenti e di dare forza alla costruzione di un paese più sostenibile. Comunicato stampa.

Scarica il rapporto c ompleto di pendolaria 2019

Per maggiori informazioni visita il sito di pendolaria, la libertà di muoversi in treno.

Mal’Aria 2020

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EMERGENZA SMOG: I NUOVI DATI DI MAL’ARIA IL REPORT DI LEGAMBIENTE SULL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO IN CITTÀ

 Il 2019 anno nero per la qualità dell’aria: 26 i centri urbani fuorilegge sia per polveri sottili (PM10) sia per l’ozono (O3). Prima Torino con 147 giornate fuorilegge (86 per il PM10 e 61 per l’ozono), seguita da Lodi e Pavia.

Dal 2010 al 2019 il 28% delle città monitorate da Legambiente ha superato ogni anno i limiti giornalieri di PM10. Torino prima in classifica 7 volte su 10 con un totale di 1086 giorni di inquinamento in città.

Legambiente: “Servono interventi su tutte le fonti di inquinamento a partire dalla mobilità”

In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica e si ripresenta puntale ogni anno. A dimostrarlo i nuovi dati di Mal’aria, il report annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in città, che quest’anno scatta una triplice foto sul nuovo anno che si è aperto con città in codice rosso, sul 2019 e sul decennio che ci siamo lasciati alle spalle. Nelle prime tre settimane del 2020 Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso sono i centri urbani che hanno superato per 18 giorni i limiti di PM10. Male anche Napoli e Roma.

Un’emergenza smog che ha segnato anche il 2019, un anno nero sul fronte Mal’aria con 54 capoluoghi di provincia che hanno superato il limite previsto per le polveri sottili (PM10) o per l’ozono (O3), stabiliti rispettivamente in 35 e 25 giorni nell’anno solare. In 26 dei 54 capoluoghi, il limite è stato superato per entrambi i parametri. Torino con 147 giorni (86 per il 10 e 61 per l’ozono) è la città che lo scorso anno ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge, seguita da Lodi con 135 (55 per PM10 e 80 per ozono) e Pavia con 130 (65 superamenti per entrambi gli inquinanti). E anche il decennio 2010-2019 ci lascia in eredità un bilancio negativo con il 28% delle città monitorate da Legambiente che hanno superato i limiti giornalieri di PM10 tutti gli anni, 10 volte su 10. Maglia nera a Torino, prima in classifica 7 volte su 10, con un totale di 1086 giorni di inquinamento in città.

Un inquinamento che minaccia la salute dei cittadini e l’ambiente circostante che trova nel trasporto stradale una delle principali fonti di emissioni di inquinanti atmosferici nelle aree urbane, senza dimenticare le altre sorgenti come il riscaldamento domestico, l’industria e l’agricoltura. Settori sui quali occorre intervenire in maniera sinergica. Per questo oggi l’associazione ambientalista ha lanciato anche le sue proposte: tra le azioni principali il potenziamento del trasporto pubblico locale rendendolo efficiente, capillare, a zero emissioni e riducendo così il numero di mezzi circolanti in Italia, ripensare le città in una chiave sostenibile, rendere consapevoli le persone, attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione sulle pubblicità spesso ingannevoli legate al mercato delle auto, eliminare i sussidi alle fonti fossili – nel 2018 parliamo di 18,8 miliardi di euro – , promuovere pratiche sostenibili in agricoltura.

“L’ormai cronica emergenza smog – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – va affrontata in maniera efficace. Le deboli e sporadiche misure anti-smog, come il blocco del traffico adottato nei giorni scorsi a Roma e in diverse città della Penisola, sono solo interventi palliativi che permettono di contenere temporaneamente i danni sanitari, ma non producono effetti duraturi se non all’interno di interventi strutturali. È urgente mettere in campo politiche e azioni efficaci ed integrate a livello nazionale che riguardino tutte le fonti inquinanti, programmando interventi sia sulla mobilità urbana sempre più pubblica, condivisa, a zero emissioni e multi-modale, che sul riscaldamento domestico, la produzione di elettricità e quella industriale e l’agricoltura. Solo così si potrà aggredire davvero l’inquinamento atmosferico e affrontare in maniera concreta il tema della sfida climatica”.

Legambiente ricorda che l’inquinamento atmosferico è al momento la più grande minaccia ambientale per la salute umana ed è percepita come la seconda più grande minaccia ambientale dopo il cambiamento climatico. A pagarne le conseguenze sono i cittadini. Ogni anno sono oltre 60mila le morti premature in Italia dovute all’inquinamento atmosferico che determinano un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite, i giorni di lavoro persi, che solo in Italia oscilla tra 47 e 142 miliardi di euro all’anno (330 – 940 miliardi a livello europeo)[1] La Commissione europea ha messo in atto molte procedure di infrazione contro gli Stati membri – tra cui l’Italia – per il mancato rispetto dei limiti comunitari in tema di qualità dell’aria.

Scarica il report completo Mal’aria 2020

Per maggiori informazioni sulla regione Toscana

Convocazione assemblea Soci_Legambiente Prato Aprile 2025

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PRATO, 6 Aprile 2025

 

AVVISO AI SOCI

 

 

Il giorno Mercoledì 16 aprile alle ore 7.30 in prima convocazione ed in seconda Convocazione:

 

MERCOLEDÌ 16 APRILE ore 19.30 ONLINE

 

 

È convocata l’assemblea dei soci di Legambiente Prato, con il seguente Ordine del Giorno;

 

1)DISCUSSIONE ED APPROVAZIONE BILANCIO 2024

 

 

Si ricorda che i membri del direttivo partecipano all’assemblea, ma voto ed approvazione del bilancio consuntivo 2024 sono effettuati dai soci dell’assemblea non appartenenti al direttivo

 

 

 

Cari saluti

 

Giacomo Agabio, Martina Romeo